Impianti Dentali pro e contro
Gli impianti dentali rappresentano una soluzione moderna ed efficace per rimpiazzare i denti mancanti, ripristinando estetica e funzione masticatoria.
Tuttavia, prima di sottoporsi a un intervento implantare è normale porsi molte domande: quali sono i pro e contro? Quali i tempi di guarigione e i possibili effetti collaterali? Si possono verificare complicazioni gravi come la morte o la comparsa di tumori? Inoltre, conviene farli in Italia o all’estero, ad esempio in Croazia?
E che tipo di anestesia o sedazione viene utilizzata durante l’operazione? In questa guida in lingua italiana risponderemo in dettaglio a tutte queste domande, fornendo informazioni aggiornate basate su fonti autorevoli.
Vantaggi e svantaggi degli Impianti Dentali (Pro e Contro)
Un impianto dentale è essenzialmente una “radice” artificiale in titanio inserita nell’osso mascellare o mandibolare, su cui viene poi fissata una corona protesica che sostituisce il dente mancante.
Questa soluzione presenta numerosi vantaggi (pro) rispetto alle protesi tradizionali mobili o ai ponti, ma comporta anche alcuni svantaggi (contro) da tenere in considerazione.
Vantaggi (Pro):
Ripristino di funzione ed estetica
Un impianto ben eseguito permette di
ristabilire una masticazione corretta e un sorriso esteticamente naturale. A differenza di una dentiera mobile, l’impianto è fisso e consente di mangiare e parlare senza difficoltà, migliorando la qualità di vita.
Preservazione dell’osso e dei denti adiacenti
Gli impianti trasmettono forze masticatorie all’osso, prevenendone il riassorbimento che avviene dopo la perdita di un dente.
Inoltre, permettono di riempire lo spazio senza dover limare i denti sani vicini (come accade invece per applicare un ponte), preservando così l’integrità dei denti naturali rimasti.
Confort e stabilità
Essendo avvitati nell’osso, gli impianti offrono una soluzione
permanente e stabile, senza il fastidio di dispositivi mobili rimovibili. Il risultato è un comfort maggiore per il paziente nella vita quotidiana.
Durata nel tempo
Gli impianti dentali hanno un’alta percentuale di successo a lungo termine (93-98% circa).
Con una buona igiene orale e controlli regolari, un impianto può
durare molti anni, spesso
superando i 10-15 anni di vita utile. In alcuni casi possono durare anche tutta la vita del paziente se ben mantenuti.
Aspetto naturale
Le corone protesiche sugli impianti sono realizzate su misura (in ceramica o zirconio) e hanno l’aspetto di denti naturali, rendendo il sorriso armonioso. Nessuno potrà distinguere l’impianto da un dente vero quando il lavoro è eseguito a regola d’arte.

Svantaggi (Contro):
Intervento chirurgico necessario
Inserire un impianto richiede una chirurgia orale. Questo comporta un procedimento invasivo con anestesia locale e possibili disturbi post-operatori come gonfiore, dolore o piccoli sanguinamenti.
Sebbene generalmente si tratti di sintomi controllabili e temporanei, è comunque un aspetto da considerare per chi ha timore degli interventi dentistici.
Tempi di trattamento più lunghi
A differenza di un ponte tradizionale (che può essere realizzato in poche settimane), l’implantologia classica richiede tempi biologici di guarigione.
Dall’inserimento dell’impianto alla corona definitiva possono passare diversi mesi (di solito 3-6 mesi necessari per l’osteointegrazione). Durante questo periodo si utilizza spesso una protesi provvisoria. I tempi più lunghi possono rappresentare un piccolo disagio per chi desidera una soluzione immediata.
Costi più elevati
Gli impianti dentali implicano costi maggiori rispetto ad altre soluzioni protesiche tradizionali (come ponti o dentiere) sia per la complessità chirurgica che per i materiali utilizzati. In media il costo di un singolo impianto con corona può variare tra 900€ e 2.000€, a seconda del caso. Il prezzo dell'impianto vero e proprio, costituito solo da una vite in titanio, parte da 750 euro.
Una riabilitazione completa di un’intera arcata con più impianti può costare
da qualche migliaio fino a decine di migliaia di euro, in base al numero di impianti e al tipo di protesi. (Più avanti dettaglieremo meglio i costi).
Rischio di complicanze e fallimento
Sebbene la percentuale di successo sia molto alta, non è del 100%. Esiste un piccolo rischio di mancata osteointegrazione dell’impianto (il cosiddetto “rigetto”, anche se più propriamente si tratta di un fallimento dell’integrazione ossea).
Le statistiche indicano un tasso di insuccesso intorno al 5-9% dei casi, spesso legato a fattori come fumo o igiene orale inadeguata da parte del paziente.
Inoltre, in pazienti predisposti o con anamnesi di
parodontite c’è maggiore probabilità di problemi infiammatori peri-implantari (mucosite, perimplantite) che possono compromettere l’impianto.
Possibili infezioni o infiammazioni
Se l’igiene orale non è ottimale, attorno agli impianti possono svilupparsi infezioni simili alla piorrea dei denti naturali. Le perimplantiti sono infiammazioni dei tessuti intorno all’impianto che provocano riassorbimento dell’osso di sostegno. Nei casi più gravi ciò può portare alla perdita dell’impianto.
Fortunatamente, con controlli periodici e buona igiene queste condizioni si possono prevenire o trattare se prese in tempo.
Altre complicanze rare
In rari casi possono verificarsi complicanze meccaniche a medio-lungo termine, ad esempio l’allentamento o rottura della vite interna di connessione, la frattura della corona protesica sovrastante o persino dell’impianto stesso (evenienza molto rara).
Pro e contro degli Impianti Dentali:

Impianto Dentale a Carico Immediato: Pro e contro

Questa tecnica consente di applicare una protesi provvisoria fissa entro 24-48 ore dall’inserimento dell’impianto. I vantaggi sono evidenti: denti subito, nessuna dentiera provvisoria e guarigione più rapida. Tuttavia, non tutti i pazienti sono idonei; servono ossa stabili e condizioni cliniche favorevoli. In caso contrario, è preferibile il protocollo tradizionale.
Che cos’è l’impianto a carico immediato? In un trattamento convenzionale, dopo l’inserimento della vite implantare si attende la guarigione (3-6 mesi) prima di applicare la corona definitiva, spesso usando nel frattempo una dentiera provvisoria.
Con il carico immediato, invece, il dentista applica subito (entro 48 ore) una protesi fissa provvisoria sull’impianto appena inserito.
In sintesi, l’implantologia a carico immediato offre
tempi di riabilitazione ridotti e grande soddisfazione immediata per il paziente.
È però fondamentale che sia il dentista a valutare se siamo di fronte a un caso idoneo: quando applicata ai casi giusti, questa tecnica ha percentuali di successo comparabili a quelle tradizionali.
Diversamente, è più prudente optare per il protocollo convenzionale per garantire il successo a lungo termine dell’impianto.
Riposo e decorso post-operatorio dopo un Impianto Dentale
Dopo essersi sottoposti all’intervento di implantologia, è importante seguire alcune indicazioni per favorire una guarigione ottimale.
Una domanda frequente è: quanti giorni di riposo servono dopo un impianto dentale?
Si raccomanda almeno 1-2 giorni di riposo assoluto. Evitare sforzi, attività fisica e preferire una dieta morbida. La maggior parte dei pazienti riprende le normali attività entro una settimana. È fondamentale seguire le istruzioni del dentista per garantire una guarigione senza complicazioni.

L’Impianto Dentale è visibile? (Si vede la vite dell’Impianto?)
No, in condizioni normali la vite dell’impianto è completamente invisibile, nascosta sotto la corona e la gengiva.
Solo in rari casi (recessione gengivale o frattura della corona) può diventare visibile, ma si può correggere con trattamenti estetici gengivali o la sostituzione della corona.
Va detto che queste evenienze sono relativamente rare, soprattutto se l’impianto è stato pianificato con attenzione. In zone estetiche critiche (ad esempio incisivi superiori) l’odontoiatra pone particolare cura affinché lo spessore di gengiva sopra l’impianto sia sufficiente a mascherare il colore grigiastro del titanio.
In pazienti con gengiva molto sottile, a volte si usano monconi protesici in zirconio (bianco) proprio per evitare trasparenze grigie. Inoltre, seguire scrupolosamente la manutenzione (pulizia professionale periodica, controlli) aiuta a mantenere gengive sane attorno all’impianto, prevenendo recessioni.
In conclusione, no, normalmente non si vede alcuna vite. L’impianto ben fatto è indistinguibile da un dente naturale.
Problemi e complicanze comuni degli Impianti Dentali
Dopo aver trattato gli scenari più estremi, torniamo ai problemi più comuni che possono insorgere con gli impianti dentali, senza però allarmarsi: la stragrande maggioranza degli impianti è destinata a funzionare bene per anni, ma è giusto sapere quali possibili complicanze monitorare.
Perimplantite e mucosite
Come già accennato, l’equivalente della “gengivite” o “parodontite” attorno agli impianti si chiama mucosite (se interessa solo i tessuti molli) o peri-implantite (se coinvolge anche l’osso di supporto).
I segni sono sanguinamento, rossore o gonfiore della gengiva attorno all’impianto, talvolta secrezione di pus, fino a mobilità dell’impianto nei casi avanzati.
La causa principale è l’accumulo di placca batterica per scarsa igiene, spesso associata a predisposizione individuale (storia di parodontite) o al fumo. La peri-implantite è il problema più insidioso a lungo termine: per prevenirla, igiene scrupolosa e controlli periodici sono essenziali.
Se intercettata precocemente (mucosite) è reversibile con pulizie profonde e antisettici; se già avanzata (perdita d’osso significativa) può richiedere chirurgia correttiva e, in casi estremi, la rimozione dell’impianto.
Allentamento di viti o corone
Può capitare che a distanza di tempo la
vite del moncone (o quella di fissaggio della corona) si allenti leggermente, provocando mobilità o micromovimenti della corona. Ce ne si accorge perché il dente su impianto può “giocare” sotto la pressione della masticazione o fare ticchettii. Non è un grosso problema: basta recarsi dal dentista che riavviterà o sostituirà la vite, applicando eventualmente un adesivo/bloccante per viti. È un inconveniente risolvibile rapidamente.
Frattura della corona protesica
Le corone in ceramica avvitate sugli impianti possono scheggiarsi o fratturarsi, specialmente se sottoposte a forze eccessive (digrignamento notturno, traumi, etc.).
Le ceramiche moderne sono molto resistenti, ma non indistruttibili. In caso di frattura, la corona va rifatta dal laboratorio odontotecnico; l’impianto sottostante di solito non è coinvolto e rimane riutilizzabile.
A volte per proteggere le corone su impianti (soprattutto se il paziente soffre di bruxismo) si consiglia un
bite notturno in resina.
Frattura dell’impianto
È estremamente raro, ma teoricamente un impianto in titanio può rompersi se sottoposto a carichi imprevisti o se aveva un difetto di fabbricazione. Si parla di incidenze intorno allo 0,1-0,2%.
Succede più facilmente su impianti molto sottili (nei casi di osso limitato) o in presenza di grave malocclusione che concentra forze anomale. In tale (sfortunata) eventualità, l’impianto fratturato va estratto e sostituito dopo adeguata guarigione/rigenerazione dell’osso.
Dolore persistente o nevralgie
Un lieve dolore nei giorni successivi all’intervento è normale e gestibile coi farmaci. Se però un impianto continua a fare male a distanza di settimane/mesi dall’inserimento, potrebbe indicare un problema: o un’infezione cronica oppure, raramente, un interessamento neurologico (ad esempio se l’impianto tocca un nervo).
Un caso tipico è l’intorpidimento persistente del labbro o del mento dopo un impianto nella mandibola: ciò suggerisce che il nervo alveolare inferiore è stato irritato o danneggiato.
In tali frangenti bisogna agire tempestivamente: a volte rimuovere l’impianto allevia la pressione sul nervo e consente il recupero della sensibilità (che può richiedere mesi).
Per evitare queste complicanze, i dentisti pianificano la posizione degli impianti con tac 3D per conoscere esattamente dove passano i nervi e quanta ossa c’è a disposizione.
Sinusite odontogena
Per impianti inseriti nell’arcata superiore posteriore (zona molari) c’è la possibilità di comunicazione col seno mascellare. Se un impianto sporge leggermente nel seno mascellare, o se batteri migrano attraverso di esso, si può sviluppare una sinusite. In genere basta una terapia antibiotica e anti-infiammatoria per risolverla.
Anche qui, una buona pianificazione con esami radiografici pre-operatori riduce al minimo questa eventualità.
Come si vede, le possibili problematiche degli impianti dentali vanno da condizioni lievi e facilmente risolvibili (vite allentata, gengiva infiammata) a condizioni più serie ma comunque gestibili (perimplantite avanzata, lesione nervosa).

Il titanio è considerato uno dei materiali più biocompatibili, tanto che gli effetti collaterali sistemici degli impianti in titanio puro sono ad oggi praticamente sconosciuti.
Ciò significa che non sono documentati effetti tossici o reazioni di rigetto immunologico nel corpo umano dovute al titanio. A differenza di organi trapiantati (che possono essere rigettati dal sistema immunitario), un impianto è un oggetto inerte e il nostro corpo tende ad “ignorarne” la presenza o addirittura ad integrarlo (osteointegrazione).
E se fossi allergico al titanio? L’allergia al titanio è possibile ma estremamente rara. La letteratura riporta una prevalenza di allergia al titanio intorno allo 0,6% tra i pazienti implantari.
Si tratta di un’ipersensibilità di tipo IV (cellulo-mediata) che può manifestarsi con sintomi locali come infiammazione persistente, prurito/eruzione cutanea in viso, o anche con fallimento inspiegato dell’osteointegrazione in soggetti sani.
Solitamente queste sono persone che hanno già multiple allergie ad altri metalli (nichel, cromo, etc.) o una predisposizione atopica. In caso di sospetta allergia, esistono test epicutanei specifici per il titanio, ma la loro attendibilità non è assoluta.
È bene sapere però che nessuna reazione allergica grave (anafilattica) al titanio è mai stata descritta, data la sua inerzia chimica.
Le rare allergie si limitano a reazioni locali o al massimo sistemiche moderate.
Qual è il miglior Impianto per i denti?
Non esiste un impianto “universale”, ma nella nostra clinica utilizziamo impianti JD e Nobel Biocare, viti in titanio certificate CE/FDA, noti per affidabilità e durata.
La scelta viene sempre personalizzata in base alla struttura ossea e al tipo di protesi più adatta a ogni paziente.
Anestesia e sedazione per Impianti Dentali
Sedazione cosciente endovenosa - questa tecnica prevede la somministrazione di sedativi direttamente in vena tramite infusione, sotto il controllo costante di un medico anestesista.
Il grande vantaggio della sedazione endovenosa è la possibilità di regolare con precisione la profondità della sedazione durante tutto l’intervento, mantenendo il paziente in uno stato di rilassamento profondo simile al sonno. Nonostante ciò, si tratta sempre di una sedazione cosciente: il paziente respira autonomamente ed è in grado di rispondere a semplici stimoli, se necessario.
Durante il trattamento, i parametri vitali come pressione, frequenza cardiaca e saturazione di ossigeno vengono monitorati in tempo reale per garantire la massima sicurezza.
Questa opzione è particolarmente indicata per chi soffre di ansia dentale grave, per interventi complessi o per pazienti anziani e fragili che non riescono a restare a lungo fermi sulla poltrona.
In quale paese conviene rifarsi i denti?
In Croazia offriamo la stessa qualità italiana ma a costi sensibilmente inferiori. Per i pazienti provenienti da Milano, Roma, Bergamo o Genova
organizziamo trasporto in minivan con accompagnamento diretto presso la nostra clinica.
Prenota ora la tua prima visita gratuita: consulenza completa + piano di cura personalizzato, senza impegno. La nostra esperienza e accoglienza renderanno il tuo percorso semplice, economico e sicuro.


























